AGNOLACCIO, L'HOMO SALVATICO
Teatro avventura nel bosco

La figura mitica dell’uomo boschivo-animalesco appartiene a tutte le popolazioni italiane di montagna, europee e del mondo. Il suo progenitore mitologico è senza dubbio il ciclope omerico, lo Yeti ne è la forma asiatica. Si tratta quasi sempre di un essere incombente e minaccioso; talvolta l’uomo silvestre è perfino bonario e secondo alcune tradizioni insegnò, nel tempo che fù, i segreti della natura, della raccolta di piante medicinali e della produzione dei formaggi, agli abitanti del paese; nella maggior parte dei casi l’abitatore della foresta è descritto come irsuto e scontroso, finanche aggressivo e crudele. E’ il caso di Agnolaccio, l’Omo salvatico protagonista della leggenda settecentesca rilevata a Monterchi (AR) che ha originato questo spettacolo-laboratorio realizzato assieme alla Cooperativa sociale La Fenice di Sansepolcro (AR).

Agnolaccio, discendente dell'antico Omo salvatico, è rifugiato tra i boschi perché accusato ingiustamente d’aver rubato capi di bestiame e d’averli sgozzati nella “tina”, una vasca in pietra nascosta tra i castagni, laddove anche il suo progenitore pare usasse compiere gli stessi sacrifici, prima d’essere ammazzato dal giovane coraggioso Marco.
L’Omo salvatico, fuggiasco come il suo avo, è inavvicinabile dai paesani. Egli, travestito e ripulito scende in paese durante i giorni di festa e per il mercato va con i suoi burattini, fingendosi girovago teatrante. Mettendo in scena storie d’animazione, l’uomo riesce a raggranellare qualche soldo per poi ritornare nella foresta. Perciò Agnolaccio si fida soltanto dei suoi spettatori, i bambini, e soltanto con loro comunica.
Agnolaccio diviene così il mediatore tra i bambini e la natura selvatica, aggredita dalla cecità umana, dallo spreco e dall’inquinamento. Nelle tappe previste si affronteranno diversi temi, tutti mirati alla presa di coscienza ecologica della interdipendenza del bambino e la natura in cui vive, sia essa l’ambiente urbano o quello rurale antropizzato o infine quello selvaggio.
Per conoscere approfonditamente la storia dell'Homo Salvatico di Monterchi consiglio la lettura di:
Rita Bruni, L'Homo Salvatico, a cura di Lucia Leonessi, Comune di Monterchi, Tipografia Lupetto, Selci 1995 e anche Pier Francesco Greci - Fabrizia Fabbroni, La storia dell'Omo Salvatico di Monterchi, Grafiche Borgo, Sansepolcro 1997


SCHEDA TECNICA

Produzione: Frakkasso (GE)
Tipo di spettacolo: Attore e burattini e laboratorio ragazzi
Attori: Mirko Revoyera
Età consigliata: 6-10 anni
Numero bambini: 15 – 40 (preferibilmente 25 per replica)
Durata: 2 ore minimo (esclusi spostamenti in bus dalla scuola). Se si costruiscono i burattini e si mette in scena qualche storia può protrarsi anche fino al pomeriggio.
Energia: Non necessaria.
Luci – audio: Non necessari. In notturna lampade portatili a batteria per ogni bambino.
Tempo di montaggio: 2 ore
Tempo di smontaggio: 45 minuti
Luogo e orari: bosco, in orario mattutino e pomeridiano per le scuole. E’ possibile allestire una versione notturna.

Email: mirkorevoyera@yahoo.it - frakkasso@gmail.com
Telefoni: +39 347.6446658

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